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E’ incredibile, certi posti non possono essere reali, non riuscirei neanche a sognarli , possiamo fare anche 10.000 foto ma nessuna si avvicina minimamente alla realtà.
Essere qui in mezzo con il generale mi fa tornare a sentirmi molto, ma molto vulnerabile, ma al tempo stesso è come se niente avesse più importanza, qualsiasi rischio ne vale veramente la pena, e poi, rischierei nella stessa misura in qualsiasi altra parte del mondo compresa l’italia. Poi all’improvviso vedo la strada serpeggiare in salite lunghissime, noi andiamo sempre più piano e tutt’intorno è verde e selvaggio, la giungla inghiotte la strada e devo ancora una volta frenare la mente che vuole correre in posti sconosciuti e pericolosi. un bambino attraversa la strada con un carico di legna sulle spalle, che cosa pensa? Che cosa vorrebbe? Io ritorno alla realtà , ci fermiamo per far riposare la vespa e da tutte le parti arrivano bambini che portano sulle spalle bambini ancora più piccoli, ci salutano, si siedono tutti intorno a noi, ridono e ci dicono cose che non capiamo.
Le creste frastagliate delle montagne fanno da contorno a tutto questo e in mezzo scorre il fiume carico di vita e di giochi e di riti.
All’alba passiamo in alcuni villaggi di bambù dove davanti ad ogni capanna c’è un fuoco acceso, tutti cucinano ancora con la legna, di fuori, mentre la nebbia e l’umidità della notte lasciano spazio ai raggi caldi del sole.
Cascate e lagune che neanche a gardaland riuscirebbero a farle meglio, sembrano finte, invece è stata la natura a farle ……
un nuovo giorno e noi continuiamo a scivolare accanto a tutto questo come se niente fosse reale.
Ora siamo a Luang Prabang, abbiamo impiegato tre giorni per percorrere questa strada che penso in autobus si possa fare in 9 ore, dormito in posti poco più che bettole, mangiato poco o niente, tanta polvere, strade di terra ma tutto viene ripagato dagli incontri e dalla natura.
A presto!

n12

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