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Inquietudine, moto e luna!

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Avanti e indietro,

alcol nell’anima,

fumo una sigaretta col bolide al mio fianco,

la città è ubriaca di televisioni e radio tutte uguali,

e cervelli dormienti nelle ore notturne di riposo,

riposo concesso dal grande fratello,

fratello di madre puttana,

e il motore è l’urlo,

ma nessuno lo sente, solo il tasso e la vole e l’istrice avvertono la presenza,

grande gomma mia sorella,

sua madre,

mia madre,

la strada notturna,

invernale,

fredda,

deserta,

neon arancioni lampeggianti, attenzione all’incrocio, alla strada umida impregnata di viscido delirio nero,

il grande occhio della luna mi guarda,

mi calma, mi concilia,

avanti e indietro tutta la notte,

con l’alcol nell’anima fumo una sigaretta col bolide al mio fianco,

e la città ubriaca di televisioni e radio tutte uguali,

sua madre,

mia madre,

la strada notturna,

spengo i fari, l’argento vivo mi entra dentro, mi possiede, e io e la luna siamo la stessa cosa stanotte, siamo liberi,

i fari ancora spenti e vedo l’asfalto che brilla e accelero accelero, accelero sempre di più,

il bolide va come un razzo, il rombo è sorprendente, mi fa quasi piangere di gioia, le cinghie girano impazzite come il sangue fino al cuore e cuore e pistone sono la stessa cosa stanotte,

notte  libera, libera,

e vorrei tornare a giocare a nascondino così da poter liberare tutti,

sua madre,

mia madre,

la strada notturna,

e io e la luna siamo la stessa cosa stanotte,

con i giri che aumentano, e vado veloce, molto veloce e quasi vorrei chiudere gli occhi e schiantarmi per quanto mi sento vivo e per quanto amo questa luna e questa notte,

vorrei chiudere gli occhi e schiantarmi così da rimanere qui per l’eternità e la luna, sua madre, mia madre, la strada notturna.

 

 

 

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