Cambogia 2009

La Cambogia ha cambiato definitivamente la mia vita!!!!!!!!!!!!!!
Percorrerla in moto è stata la cosa più bella e speciale che mi potesse capitare.
Questo viaggio è durato un mese, appena arrivati a Phnom Penh, io e Giulia abbiamo affittato una moto, una Honda 250 da enduro (spendendo 300 dollari compresa assicurazione) e siamo partiti senza avere la minima idea di quello che ci aspettava.
Dal caos della capitale, dove migliaia di motorini si mescolano ad auto, tuk tuk, ed elefanti passiamo a strade di terra rossa e a villaggi su palafitta. Ci dirigiamo in direzione di Ban Lung estremo nord est del paese. Seguiamo stradine che costeggiano lo splendido Mekong dove riusciamo a vedere i delfini d’acqua dolce, tramonti spettacolari e dove attraversiamo un ponte di bambù che sembra fatto di stuzzicadenti. Scegliamo di percorrere le strade meno battute, ma spesso siamo costretti a tornare indietro perché queste vengono inghiottite dalla giungla. In questa zona la natura domina incontrastata con laghi, cascate, elefanti, scimmie e tanto verde. Superato Ban Lung ci addentriamo ancora di più in questa regione (Ratanakiri) carichiamo e scarichiamo la moto più volte su piccole imbarcazioni di legno insieme a galline, maiali e banane per visitare piccoli villaggi e vecchi cimiteri.
Dopo una settimana in questa splendida regione ci dirigiamo verso Siem Reap, ma arrivati a Stung Treng ci viene detto che il modo migliore per farlo è tornare indietro passando per la capitale e poi risalire verso ovest. Questa notizia ci sconvolge perché su una vecchia cartina che avevamo risultava un sentiero che attraversava la giungla fino a Tbeng Meanchey. Ma questo sentiero ci viene vivamente sconsigliato da tutti “ si tratta di sentieri usati per il trasporto della legna, e non di una vera propria strada, è facile perdersi, e ci sono anche corsi d’acqua da attraversare” ci viene ripetuto.
Ma noi dopo averci riflettuto, optiamo per quella via. All’alba carichiamo la moto su una barchetta, attraversiamo il fiume e iniziamo l’avventura nella giungla. Siamo senza tenda, senza un litro di benzina di scorta e 180 km circa da fare. Ci sono almeno 40 gradi, i sentieri sono difficilissimi pieni di buche alte un metro, corsi d’acqua e un’infinità di bivi, ma quando tutto sembrava perduto spunta dal nulla qualcuno ad indicarci la via, a volte disegnandola sulla sabbia. Siamo circa a metà strada, la moto va in riserva ma incredibilmente arriviamo in un piccolo villaggio dove davanti ad una palafitta dei bambini ci vendono benzina in bottiglia, fantastico!!!!
A questo punto sono già le 3 del pomeriggio e per un attimo siamo tentati di passare lì la notte, ma poi come sempre presi dalla voglia di andare oltre, ripartiamo.
Il sentiero diventa sempre più piccolo e difficile, cadiamo, guadiamo acque profonde dove la moto scompare sott’acqua e inevitabilmente, arriva la notte più buia che si possa immaginare. Iniziamo a pensare a : tigri, orsi, serpenti, coccodrilli e zanzare con la malaria che popolano questi luoghi e ad avere un po’ di paura!!!!!
Ma come un miraggio vediamo un piccolo fuoco in lontananza, ci sono 3 donne che ridono e scherzano.
Giulia scende dalla moto e si avvicina, la prendono per mano e ci accompagnano sotto una palafitta dove iniziano a chiamare. Scende con una torcia in mano una ragazza olandese che vive lì da sei anni con sua figlia. Ci ospita per la notte montando 2 amache con tanto di zanzariera sotto la palafitta, ci prepara una cena a base di plum-cake e caffè, la cena più buona del mondo!! Il silenzio della notte, rotto dal canto di grilli, galli e maiali ci fa trascorrere la notte più bella della nostra vita.
La mattina ripartiamo, e solo dopo 9 km usciamo dalla giungla, passiamo 4 giorni nella capitale spirituale della Cambogia, tra le fantastiche rovine dei tempi di Ang Kor e raggiungiamo attraverso una strada di fango il villaggio galleggiante di kompong-Phhluk, che, tra palafitte di legno alte 10 metri che danno l’impressione di essere su un set cinematografico.
Scendiamo a sud verso il mare e visitiamo l’isola del coniglio, dove a parte qualche bungalow di legno e pochi abitanti ci siamo solo noi, mucche e maiali. Dopo aver passato qualche altro giorno a Sihanoukville risaliamo fino alla capitale dove si conclude la nostra avventura.
E’ stato un viaggio nell’anima, sento ancora l’odore caldo delle sue strade e i milioni di bay, bay dei bambini che ci sorridono e ci corrono incontro. In quei giorni, abbiamo visto come vivevano nei piccoli villaggi la loro grande spiritualità, che mettono in qualsiasi cosa fanno, come si riunivano e ridevano all’alba o al tramonto intorno all’unico pozzo per lavarsi, tra mille risa e schizzi d’acqua , come cercavano in tutti i modi di aiutarci , e ci offrivano quel poco che avevano in ogni occasione. Fosse stata anche solo l’ombra della loro amaca, ce ne facevano dono come la cosa più bella del mondo. Ho respirato la vita come mai prima.
Ponti di bambù, templi, monaci, fiumi da attraversare tutto questo su strade con buche di mezzo metro ,
ogni giorno ci promettevamo che non avremmo viaggiato di notte, ma ogni giorno puntualmente la notte arrivava e noi eravamo in strada ad aspettarla. Il pericolo non era tanto per le macchine e i camion che ti vengono proprio addosso, anche perché di strade trafficate ne abbiamo fatte poche, ma dai miliardi di insetti grandi come noci che ti sbattono in faccia e si infilano ovunque facendoti sbandare per cercare di toglierli.
Ho bisogno della strada , l’ultima immagine che voglio nella mia mente prima di addormentarmi è quella dell’ombra di noi due in moto che andiamo incontro ad un’altra notte in un altro posto che non sia quello di ieri.

PS: Per chiunque voglia recarsi in Cambogia, questo è il numero di telefono di Vanna , un autista di tùk-tùk che si trova a Phnom Penh 011228773. E’ una persona davvero speciale e soprattutto onesta. Potete farvi venire a prendere anche all’aeroporto.

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